Fontaines D.C. – Dall’Irlanda al mondo: l’evoluzione del post-punk moderno
today04/08/2025 23
Da cinque ragazzi dublinesi uniti dalla passione per la poesia ai conquistatori delle classifiche globali: la storia dei Fontaines D.C. è quella di una band che ha saputo ridefinire il post-punk per una nuova generazione.
Le radici letterarie di una rivoluzione musicale
I Fontaines D.C. nascono nel 2014 tra i banchi del British and Irish Modern Music Institute di Dublino, nel quartiere The Liberties. Ma quello che unisce davvero Carlos O’Connell, Conor Curley, Conor Deegan, Grian Chatten e Tom Coll non è solo la musica: è l’amore per la poesia.
Prima di pensare a chitarre e microfoni, pubblicano due raccolte poetiche chiamate “Vroom”, ispirata ai Beat poets come Jack Kerouac e Allen Ginsberg, e “Winding”, che trae ispirazione da poeti irlandesi come Patrick Kavanagh, James Joyce e William Butler Yeats. Questa matrice letteraria diventerà uno degli elementi distintivi del loro sound, infondendo nelle loro composizioni una profondità narrativa che va ben oltre i confini del post-punk tradizionale.
Il nome e l’identità
Il gruppo trae il nome dal personaggio di Johnny Fontane, cantante e stella del cinema, nonché figlioccio di Vito Corleone interpretato da Al Martino ne Il padrino. Originariamente The Fontaines, hanno aggiunto le iniziali “D.C.” (che sta per “Dublin City”) per distinguersi da una band omonima di Los Angeles.
L’esplosione di “Dogrel”: quando Dublino conquista il mondo
Il 2019 segna una svolta decisiva con l’uscita di “Dogrel”, l’album di debutto che fa letteralmente esplodere il nome dei Fontaines D.C. sulla scena internazionale. Il titolo fa riferimento al doggerel (in gaelico, “poesia del popolo”), un tipo di componimento poetico burlesco tradizionale irlandese della classe operaia del quattordicesimo secolo.
I capolavori di “Dogrel”
L’album include brani destinati a diventare iconici come “Big”, “Sha Sha Sha”, “Television Screens” e “Boys in the Better Land”, tracce che catturano l’essenza grezza e vitale della Dublino contemporanea. “Big” mette tutto subito in chiaro con la sua urgenza sonora: “Dublino sotto la pioggia è mia, una città incinta con una mentalità cattolica”.
“Dogrel” è stato nominato “Album dell’anno del 2019” dalla Rough Trade Records e da BBC Radio 6 Music ed è stato candidato al Premio Mercury. La critica lo accoglie con entusiasmo, riconoscendo nella band irlandese una delle voci più autentiche del nuovo post-punk.
L’evoluzione artistica: da “A Hero’s Death” a “Romance”
2020: “A Hero’s Death” e la consacrazione
Il secondo album, “A Hero’s Death” (2020), è stato candidato al premio “Migliore album rock” ai Grammy Awards 2021. Con questo lavoro, i Fontaines D.C. dimostrano di non essere una meteora, ma una forza creativa destinata a durare.
2022: “Skinty Fia” e l’esplorazione dell’identità irlandese
Con “Skinty Fia” (2022), il loro terzo album, la band ha continuato a espandere il proprio orizzonte sonoro, incorporando elementi di musica elettronica e sperimentando strutture musicali più complesse. Il titolo “skinty fia” significa “sia dannato il cervo”, ovvero un’imprecazione irlandese spesso usata dalla prozia del batterista Tom Coll.
Quest’album rappresenta una rivendicazione di suono, identità e appartenenza irlandese, ma anche un’ammissione di colpevolezza per aver lasciato l’Irlanda per intraprendere una carriera internazionale.
2024: “Romance” e la maturità artistica
L’agosto 2024 segna l’arrivo di “Romance”, il quarto capitolo discografico che vince l’Album Award ai Rolling Stone UK Awards 2024. Per questo lavoro la band collabora con il produttore James Ford, e l’album debutta al numero 2 nel Regno Unito, raddoppiando le vendite della prima settimana rispetto a “Skinty Fia”.
“Romance” conserva una determinante matrice rock, meno nervoso e al contempo più fruibile dei precedenti lavori. Non è un disco barricadero come “Dogrel”, ma i collegamenti chitarristici con la storia del gruppo sono inequivocabili.
Il fenomeno live: energia pura sul palco
I Fontaines D.C. sono celebri per le loro performance esplosive. Dal vivo sono noti per le loro performance intense e catartiche, con Chatten che si muove sul palco come in trance, dando vita ai suoi testi con una presenza scenica magnetica.
La loro scaletta live include sia i nuovi brani di “Romance” che i classici come “Jackie Down The Line” – spesso cantato interamente dal pubblico – e “Televised Mind”, creando un’esperienza che unisce generazioni di fan.
Il sound che ha ridefinito il post-punk
Le influenze e lo stile
Il loro sound fonde l’energia dei Pogues con le linee di basso dei Joy Division; Chatten è un profeta urbano nel cui salmodiare scorrono il ghigno di Mark E. Smith e l’inquietudine di Ian Curtis.
La voce di Chatten, con il suo marcato accento dublinese, aggiunge un elemento distintivo che recita testi ricchi di riferimenti letterari e osservazioni acute sulla vita urbana, l’identità irlandese e le lotte personali.
L’impatto sulla scena contemporanea
I Fontaines D.C. riescono a raccontare la realtà di oggi, la frustrazione della generazione contemporanea, ma anche l’esperienza della disillusione e della ricerca di sé. In un momento storico caratterizzato da crisi politiche, sociali e culturali, la loro musica sembra captare lo spirito del tempo in modo crudo ma pieno di energia.
Da Dublino a Londra: l’evoluzione geografica ed emotiva
Si sono trasferiti a Londra, hanno affrontato la separazione da Dublino e dalla sua cultura. “È difficile mantenere un contatto con la tua identità irlandese quando lasci l’Irlanda” ha detto il batterista Tom Coll.
Questo distacco geografico ha alimentato la loro creatività, creando una tensione artistica tra le radici irlandesi e l’esperienza cosmopolita londinese che permea tutta la loro produzione recente.
I riconoscimenti e il futuro
La band ha collezionato prestigiosi riconoscimenti:
Brit Award vinto
Nomination ai Grammy Awards (due volte)
Mercury Prize nomination
NME Best Band in the World ai BandLab Awards 2022
Definiti recentemente da Elton John “la band più interessante in circolazione”, i Fontaines D.C. rappresentano il futuro del rock contemporaneo.
L’eredità letteraria che continua
I riferimenti alla tradizione letteraria dublinese restano: “Horseness Is The Whatness”, il brano centrale di “Romance”, prende il titolo da un verso dell’Ulisse di Joyce. La band continua a dimostrare che il rock può essere colto senza essere pretenzioso, viscerale senza essere vuoto.
I Fontaines D.C. non sono solo una band: sono un fenomeno culturale che ha saputo trasformare la frustrazione generazionale in arte pura. Dal quartiere operaio di The Liberties ai palchi internazionali, la loro parabola rappresenta tutto ciò che il rock dovrebbe essere: autentico, innovativo, poetico.
La rivoluzione post-punk continua, e i Fontaines D.C. ne sono i principali architetti. Dal BIMM di Dublino alle classifiche mondiali, cinque poeti hanno dimostrato che la musica può ancora cambiare il mondo, una canzone alla volta.
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